A destino il 02 Agosto 2022 – 15:26

Chiara P.

A Casalgrande per Eleonora Geraci in Vaccaro (anni 46).
Chiara P.

TI PRENDO PER MANO E TI PORTO…

Vieni Linda, ci mettiamo qui sulla poltrona, quella con il cuscino rosso che ti piace tanto. Vieni, mettiti qui sulle mie gambe. Ti pettino un po’ i capelli, ti faccio i codini che ti piacciono tanto e facciamo una sorpresa alla mamma. Ti va?
Che bella bambina sei, con gli occhi ridenti e la spensieratezza dei tuoi 4 anni.
Avrei voluto tanto vederti il tuo primo giorno di scuola, felice, uscire di casa con la cartella e il grembiule nuovi, pronta ad iniziare una nuova avventura. Avrei voluto vederti crescere, diventare ragazza e poi donna, conoscere i tuoi figli. Mi sarebbe piaciuto portarti a Palermo, dove sono nata, che è una città straordinaria e contraddittoria, piena di bellezza ma anche di desolazione. Un po’ come sono gli uomini, no? Capaci di creare cose meravigliose, sublimi addirittura, ma anche di distruggere, di portare morte.
Saremmo potute andare al mare a Mondello, poi a prenderci una granita e a guardare il sole tuffarsi nell’acqua al tramonto e il cielo diventare rosso fuoco. Devi sapere che chi nasce in un posto dove c’è il mare poi il mare se lo porta dentro tutta la vita: è una presenza forte, costante, che non ti abbandona mai. Anche ora che abito in Emilia mi sembra di sentirne il profumo in certe mattine in cui l’aria è particolarmente tersa. Però stare qui in campagna mi piace molto, mi piacciono le chiacchiere sulla porta di casa nelle sere d’estate mentre le rondini si rincorrono nel cielo, la vicinanza che si crea tra le persone nei paesi piccoli. Come sono morbidi i tuoi capelli, uguali a quelli del tuo babbo Vittorio. Anche a lui da piccino piaceva farsi pettinare, stavamo lì ore e ore: io pettinavo lui e poi lui pettinava me. Era il nostro momento preferito, sai, una piccola festa tra noi. Linda cara, guarda come stai bene con questi due nastri azzurri, ti illuminano gli occhi.
Ecco, ora mamma è arrivata. Già ti chiama, rimettiamoci le scarpe e corrile incontro, vedrai che bella sorpresa che le farai, come sarà contenta. Mettiti le scarpe e corri.

Il mio 2 agosto comincia con…

Il mio 2 agosto inizia con i motivi per cui sono qui:
– perché conoscere è necessario;
– perché è giusto;
– perché Bologna è la mia città;
– perché queste storie continuino a vivere e non vengano dimenticate;
– perché è una ferita che non si chiude;
– perché questi 85 nomi diventino storie e persone

ADESSO TOCCA A ME

Adesso tocca a me. Se ci penso è incredibile, in tutta la vita -nonostante sia nata e cresciuta a Bologna- non ho mai partecipato una sola volta alla commemorazione del 2 agosto. Da ragazza in quel periodo ero quasi sempre via con gli scout, poi il lavoro, altri impegni, altre cose, la vita che scorre.
Così mi ritrovo ora non solo con la prospettiva di essere là quella mattina, a sentire il fischio del treno sul primo binario, ma anche a portare a compimento uno di quei viaggi interrotti. A destino appunto.
Mi è piaciuta da subito questa idea, questo passaggio di testimone: farsi strumento con il proprio corpo, il proprio tempo, i propri pensieri, perchè il cerchio si chiuda, il viaggio si compia, perchè così avrebbe dovuto essere. Mi sembra una cosa così piccola ma così potente questo far tornare a camminare quelle vite rimaste intrappolate in un orologio fermo alle 10,25, in una stazione, che normalmente è il luogo dell’andare per definizione.
La memoria del 2 agosto è sempre stata viva in me, di tutte le stragi è quella che mi tocca più di tutte. Forse perchè sono passata davanti a quel cratere centinaia di volte o perchè quel giorno ero solo a pochi km di distanza ma avrei potuto essere lì come quella volta in cui la mamma ci portò a vedere i treni e poi ne prendemmo uno e fu la prima volta che vidi Venezia, o forse perchè mai come in questa data io sento che Bologna è la mia città. Che emozione questo viaggio, davvero.