A destino il 02 Agosto 2022 – 15:51

Riccardo C.

A Casalecchio di Reno per Mirella Fornasari in Lambertini (anni 36).
Riccardo C.

TI PRENDO PER MANO E TI PORTO…

Ciao Mirella,

lo so, non ci conosciamo. Ma almeno oggi lascia che ti porti con me. Dove vuoi tu: basta che me lo dici, sono qui per questo! Dove saresti voluta andare nel pomeriggio di quel giorno? Dove saresti voluta andare quell’estate in vacanza? Dove sognavi di andare un giorno nella vita?

Già, sognare… che cos’è che sto facendo, ora, se non sognare che certe cose si possano fare? Sognare che si possa riportare una persona in vita, almeno per un giorno. Sognare che almeno oggi lei possa vedere e toccare quello che avrebbe voluto, e lo possa fare attraverso i miei occhi e attraverso le mie mani. Sognare che si possa avere giustizia!

Io non ci credo più alla giustizia! Alla vostra giustizia. Sono arrabbiato, e la mia è una rabbia molto pericolosa. Per voi, beninteso!  

Non è rabbia costruttiva, elaborata, indirizzata, che voi volete e promuovete, perché vi fa comodo: è la rabbia di un bambino di 5 anni che scopre che gli hanno fatto un dispetto. Avevo 5 anni quando mi fu detto cosa era successo quel sabato di agosto.

Non vi è bastato avere tolto a 85 persone il diritto alla vita.

Mi avete tolto il diritto ad una vecchiaia dignitosa; mi avete tolto il diritto di essere padrone del mio destino: volete togliermi anche il sacro diritto di essere tanto arrabbiato per una cosa simile?

Solo il diritto a sognare non me lo volete togliere: sì, certo, perché i sogni non costano niente. Vi fa comodo che noi non possiamo fare altro che sognare, come sto facendo io ora: finché ci limitiamo a sognare, voi continuerete a vivere nella vostra vergognosa tranquillità.

Il mio 2 agosto comincia con…

Il mio 2 agosto comincia con mia madre.

Non ricordo le circostanze della conversazione: soltanto lei che mi dice che “5 anni fa hanno messo una bomba alla stazione”.

“Che stazione?” domando io.

“Di Bologna”.

Credo che ricordiate tutti come ci si sente a 5-6 anni quando scopri che ti hanno fatto un dispetto;  e che dispetto.

Anche se ero così piccolo, di bombe  ne sentivo parlare (e ne vedevo) tutti i giorni: in Libano, sul rapido Napoli-Milano, in Iran e in Iraq, nei film, in TV, sul giornale che comprava il nonno.  Ma nella MIA città, alla stazione poi … (come tutti i bambini, andavo pazzo per i treni)

No, questo non lo dovevano fare.

Non me lo dovevano fare.