A Bologna, in via Mazzoni 13, per Katia Bertasi (anni 34).
TI PRENDO PER MANO E TI PORTO…
Posso solo immaginarlo.
Prima in bocca il gusto del caffè, bevuto da sola o con le altre, poi per un attimo quello del sangue e della polvere. Poi niente.
Tenevi in mano una penna? Cosa stavi scrivendo? Erano solo noiosi documenti con la scritta Cigar? Ma non c’è più quella scrivania, quella penna, quella mano. Niente.
Mi sembra di vederla la loro foto su quella stessa scrivania. Lui dov’era? Giocava nel cortile della scuola? E lei? Sorrideva in grembo a mamma? Magari davanti alla televisione che parlava di terrorismo e vacanze al mare. Niente.
Pensavi a Rovigo? Alla panchina del primo bacio? Ti fermavi da piccola a osservare i barbagli sull’Adige, che scorreva sotto al vecchio ponte? Ci volevi tornare prima o poi vero? Niente.
Così è la tua vita per me, misteriosa, nascosta dal tempo, immersa in una coltre di nebbia che lascia spazio solo alla mia immaginazione. Come un sogno da cui nessuno avrebbe dovuto svegliarti.
Eri Katia. Cosa sei ora? Silenzio. Rispondono solo queste immagini che mi creo, immaginate da uno sconosciuto che pensa a te, a come te ne sei andata, a quella vita che non hai potuto vivere. Ti sembra accettabile? Ti sembra giusto?