Il mio due agosto comincia quando prendo il treno alla stazione e vado al lavoro. Cerco quell’orologio fermo alle 10:25. Cerco di vedere nel viso dei passeggeri quello stesso sorriso che avevano le persone in attesa del treno più di quaranta anni fa.
E adesso sento che tocca anche a me sorridere, esserci, dare un abbraccio, andare avanti e urlare giustizia
consapevole che quel dolore non si cancella
consapevole che quelle vittime non tornano
consapevole che quel vuoto non sparisce
consapevole che quell’ora alla stazione rimarrà per sempre 10:25.
E allora faccio così: ti prendo per mano e ti porto a vedere l’Aida.
Sai, io sono andata un anno fa, in treno ed è stata un’esperienza talmente bella che voglio condividerla con te.
Ma prima di partire urliamo insieme la verità, chiediamo a voce alta giustizia per te e per tutti, gridiamo dalla rabbia. E poi via, partiamo, che si è fatto tardi. Oggi siamo in due. IL viaggio è sempre bello in compagnia.