Chi sono io? Una donna, una madre
Proprio come te Euridis.
E ora ti prendo per mano e ti porto a casa.
Dopo una giornata di lavoro, di caldo e di fatica ti riporto a casa. La tua casa,
della tua famiglia che solo tu e tuo figlio più piccolo siete rimasti a custodire
ma dove si sente ovunque la presenza di tutti, anche di chi si è allontanato e di
chi non c’è più. Li aspetteremo insieme tuo figlio. Finalmente il giorno tanto
atteso è arrivato: domani partirete per una vacanza. Tu ti affannerai, come fai
sempre, perché vuoi che tutto sia perfetto, che non manchi nulla, anche se nel
tuo cuore sai che l’essenziale siete voi due e il vostro tempo insieme. La gioia e
la pienezza di questa vigilia valgono la fatica di un anno intero, di una vita
intera.
Chi sono io mi chiedi? Sono una donna, una mamma che oggi ha più o meno la tua età. Quel 2 agosto ero solo una bambina ma Bologna è la mia città e in quel giorno è stata ferita a morte.
Perché sono qui? Perché sento forte la necessità e il dovere di conoscere e di
ricordare quel giorno; ho voluto portato con me anche i miei figli. Memoria
vuole dire per me onorare coloro a cui è stato tolto il domani, volontà di
arrivare alla verità, speranza che quello è che successo non si ripeta mai più.
Euridis ti prendo per mano e ti porto a casa
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