A destino il 02 Agosto 2022 – 16:21

Diana N.

A Cremona per Amorveno Marzagalli (anni 54).
Diana N.

TI PRENDO PER MANO E TI PORTO…

Non sali su un treno da vent’anni, io da diciotto.

Non ci siamo incontrati allora, quando eri più vecchio di me, ci incontriamo oggi e sono io ad essere più vecchia.

Quando mi hai detto il tuo nome ho dovuto nascondere un sorriso.

Amorveno, nome strano, inconsueto, mai sentito.

Cosa ha pensato la tua mamma quando l’ha scelto? E come ti chiamava quando… devi venire su, in casa, che è ora di cena, non farmi arrabbiare, oppure dai, alzati che devi andare a scuola.

Come ti chiama la tua Maria? Forse semplicemente amore ed è tanta roba, è tutto lì, nella vostra storia antica di anni. O forse no, chissà.

E Marco? Per lui sei papà e anche qui c’è un mondo con migliaia di giorni a crescerlo, a farlo diventare quello che è: un uomo che già sa volare da solo. Ti somiglia? Ha il tuo stesso sguardo serio con quel sorriso appena accennato?

Vedi dunque che di te non so quasi niente. Potrei chiederti com’è la tua vita, se sei sereno o inquieto, come immagini il tuo domani, ma preferisco il silenzio e guardarti, immaginando.

Sono solamente venuta a prenderti per accompagnarti a Cremona da tuo fratello. Ricordi? Glielo hai promesso, dopo tanti anni di no ripetuti adesso lo raggiungi e poi via, la barca, il Po, le ore lente con le vostre chiacchiere, i ricordi, il dolore quieto e condiviso per vostra madre che da pochi mesi non c’è più.

Sarà bello, ti farà bene, alla fine ritroverai la tua famiglia al Lido.

Un treno sta per partire, tu non lo prendi da 20 anni, io da 18.

Il mio 2 agosto comincia con…

Il mio 2 agosto comincia
con i fischi laceranti delle ambulanze. Era il mio turno pomeridiano all’ufficio postale di Via Ugo Bassi e i nostri pensieri erano continuamente attraversati da quella colonna sonora che sapeva di pericolo e a cui non sapevamo dare una spiegazione.
con il sentire che Bologna è roba mia, mi appartiene e le appartengo. Prima quasi non lo sapevo.
con il ricordare che il mio babbo era ferroviere: la stazione, i biglietti per i viaggi gratuiti, la colonia. Piazza Medaglie d’ora un prolungamento della nostra casa.
con tutti quei nomi sentiti e risenti, entrati nella testa e nel cuore. Per sempre.
con l’affetto che provo per tutti voi, uomini donne, ragazzi, bambini dalla vita spezzata, Vi voglio bene.

ADESSO TOCCA A ME

Adesso tocca a me

…. andare avanti, proseguire, incespicare, guardare il cielo in alto, guardare gli ostacoli in basso per non inciampare, inseguire, chiedere, alzare il lume per vedere meglio.

Cercare un senso.

Perché la vita procede quasi senza incertezze.