A destino il 02 Agosto 2022 – 17:39

Elena P.

A Bolzano per Maria Idria Avati in Gurgo (anni 80).
Elena P.

TI PRENDO PER MANO E TI PORTO…

È ancora il 2 agosto e sono passati 42 anni dal 1980: vorrei prendermi cura di chi non ha potuto arrivare a destinazione quel giorno e insieme a me ci sono altri cittadini che lo fanno, per mantenere viva la memoria, per difendere la verità. Continuo a raccontare una storia che si è interrotta con violenza e che doveva andare da un’altra parte: io ne sono il motore e vado a Bolzano, pare strano anche a me, ma almeno è una meta conosciuta, sarà più semplice andarci insieme, conosco la strada, le stazioni, i meleti e vigneti che vedremo dal finestrino.
Adesso tocca a me.

Da dove posso cominciare? 

Dolce fiaccola, i tuoi sprazzi, dolce braciere, la tua fiamma
mi insegnano i sentieri che tu hai percorso,
e tu vivrai un poco, perché ti sopravvivo.

Questo compito che mi sono data mi sembra troppo grande, è difficile non sentirsi in colpa di fronte a questa strage, è impossibile pensare di trovare le parole giuste; quali sono le parole per raccontare la storia di Maria Idria, per riprendere a raccontare la sua storia da dove si è interrotta così tragicamente? Penso a quel giorno, a una donna (una madre, una nonna) che viaggiava per andare in vacanza, un viaggio lungo dal caldo della Calabria al verde del Trentino-Alto Adige. Chissà da quanto avevate progettato questa vacanza che tu volevi fare alla luce del giorno per goderti il panorama e invece era avvenuta la notte, in un treno arrivato in ritardo a Bologna. Tanto caldo, troppo caldo e la ricerca di un po’ di riposo e tranquillità in sala d’aspetto, mentre aspettavate il secondo treno, quello sì che avrebbe viaggiato di giorno! 

Dove andiamo adesso, Maria?

Ti prendo per mano e ti porto,

ti porto con me a Bolzano, i miei occhi saranno i tuoi occhi, attraverso i paesaggi che guarderemo insieme dal finestrino del treno, dalla pianura alle montagne del Trentino fino a Bolzano. Ti porto a destino, Maria Idria, alla stazione forse non ci sarà nessuno ad aspettarci, ma potremo fare un giro della città, guardarci intorno e raccontare la tua storia, la nostra storia, per sempre cambiata da quel 2 agosto 1980.

Il mio 2 agosto comincia con…

Il mio 2 agosto comincia con
l’urgenza di sanare la ferita inflitta a Bologna
con l’impegno a compiere un atto politico per fare memoria,
ma anche per prendermi cura di chi quel 2 agosto alle 10.25 non ha potuto arrivare a destino.
Voglio sentirmi parte di una comunità di cittadine e cittadini che vogliono la verità e che difendono questa verità.
Continuo a raccontare una storia che si è interrotta con violenza e che doveva andare da un’altra parte: io ne sono il motore.