Il mio 2 agosto comincia con la onnipresenza del tempo nelle storie delle persone: prima o dopo, ritardi o anticipi.
Poi ti prenderò per mano, Errica, e ti porterò al cinema a vedere un film che amo tantissimo e che penso anche tu amerai; si chiama “Ogni cosa è illuminata”. Vorrei fartelo vedere perché parla di un viaggio di ri-conoscenza, di ritrovo del proprio passato vicino o lontano, un po’ quello che sto facendo assieme a te; è un film tenero e delicato che fa alle volte piangere e ridere.
Resteremo sedute lì, nella sala vuota, e ci scambieremo ricordi, fatti della nostra vita, a bassa voce, ma staremo anche solo semplicemente in silenzio.
O forse mi verrà di leggerti la prima strofa di una poesia di Gustavo Bécquer, perché ho la sensazione che anche tu la amerai, non ti so dire il perché:
Volverán las oscuras golondrinas
en tu balcón sus nidos a colgar,
y otra vez con el ala a sus cristales
jugando llamarán.
Torneranno le nere rondini
e appenderanno i nidi sul tuo balcone,
e un’altra volta con l’ala sui vetri
chiameranno per gioco.
Adesso però, tocca a me essere presente in stazione il 2 agosto, cara Errica. Io ci sarò da sola però, non con mio marito e mio figlio, come lo eri tu quello stesso giorno di 42 anni fa. Andrò là dove tu volevi arrivare: le Dolomiti.
Sai, abbiamo cose in comune noi due: sicuramente tutte e due amiamo leggere, visto che tu insegnavi lettere, amiamo camminare, le Dolomiti, e poi tu hai un figlio di 14 anni, che era con te quel giorno. Non so, questo fatto mi tocca intimamente perché io ne ho due di figli e quando avevano 14 anni cominciava ad essere difficile convincerli a venire con me a scarpinare sui sentieri e respirare l’aria elettrica delle montagne; a quell’età pensano ben a tutt’altro…
Insomma, ti voglio dire che oggi parto e prendo il treno con una strana sensazione di leggerezza, anzi di trasparenza perché chi mi guarderà o semplicemente mi vedrà in stazione o sul treno, vedrà sì la mia persona, con le sue emozioni, i suoi pensieri, gusti, amori, manie, ma vedrà anche te, come in un gioco di specchi.
Non staremo assieme, no. Sarà un’esperienza strana e potrei dire, sensoriale: tu sarai me e io sarò te, e saremo l’una e l’altra, e io avrò il tuo respiro che sarà anche il mio, e guarderò con i tuoi occhi e tu vedrai attraverso i miei, come avvolte in un unico velo invisibile che ci accarezza tutte e due.
Sarà bellissimo e ti voglio bene Errica.
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