(Voce maschile):
“Per strada c’è il finimondo!
Ambulanze, polizia ovunque😱!
Accendi subito la tv, al telegiornale dovranno dire cos’è successo!!
…Oddio 😱…una bomba alla stazione di Bologna!! “
(Voce di Marilena):
“Vieni Francesco, presto, ti porto via da qui, da questa polvere e da queste urla!
Lo so, non hai mai visto un traffico simile a Bologna, non l’ho mai visto neanche io!
Guido io, dai, per una volta sarai tu il passeggero.
Nel frattempo, dimmi: dove trascorrerai le vacanze insieme alla tua famiglia?
Passerete qualche giorno a Marzabotto, il paese in cui sei nato, o magari in Riviera?
Oggi fa così caldo! L’asfalto è rovente, al punto da sembrare bagnato, in lontananza.
Sarai esausto, dopo essere stato così a lungo sotto il sole, con il taxi in quel parcheggio, davanti alla stazione ferroviaria…
Andiamo, allontaniamoci da qui, voglio mostrarti un luogo che non conosci: no, non è troppo distante, saranno al massimo 13 km dalla stazione dei treni, ma direi piuttosto… lontano nel tempo, di ben 42 anni.
Ecco Francesco, siamo arrivati.
Guarda che bel verde e che pace qui intorno, finalmente né grida, né sirene.
Voglio mostrarti una cosa che ti riguarda, anzi, che ci riguarda tutti.
Non è un cartello qualunque, sai, è simbolo di ribellione all’oblio, è il desiderio di giustizia.
Vedi, c’è il tuo nome: Francesco Betti.
Lo so, avresti preferito un destino diverso, quello di un uomo come tanti, non certo questo. Non avresti desiderato una via intitolata alla tua memoria, ma semplicemente essere ricordato da familiari e amici, come avviene per le persone comuni.
E di amici ne hai tanti, ma, nonostante siano trascorsi molti anni, sei rimasto nel cuore dei tuoi concittadini, anche di noi bambini dell’epoca.
Il ricordo, come vedi, non muore mai”.
Il mio 2 agosto comincia con il ricordo di mio padre che torna a casa e, atterrito, ci dice che è scoppiata una bomba alla stazione di Bologna.
Il mio 2 agosto comincia con una sensazione di profonda angoscia e smarrimento.
Il mio 2 agosto comincia con il ricordo delle immagini trasmesse alla TV, delle urla delle vittime, ma anche del lavoro dei soccorritori.
Il mio 2 agosto comincia con il ricordo del sig.Betti, il tassista, sanlazzarese come me, e della sua foto esposta nella storica gelateria Betti dove andavo da bambina.
Il mio 2 agosto comincia con la paura di andare in stazione ancora oggi perché luogo di morte.
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