Ti prendo per mano e ti porto in montagna, al fresco. A fare un giro tra i boschi, a respirare quel profumo che solo erba, foglie, muschio e resina sanno dare.
Ti prendo per mano e ti porto a raccogliere ghiande, bastoni e foglie. Il prossimo anno avrai una prima e, anche se non li conosci ancora, sai già quanto quei bimbi si divertiranno con quel materiale.
Ti prendo per mano e ti porto a raccogliere mirtilli e lamponi per fare la marmellata, da mettere nelle crostate della nonna.
Ti prendo per mano e ti porto a vedere le aquile. Volteggiano leggere tra le nuvole. Che bello che dev’essere il panorama da lassù! Le cime, le valli, i pendii… da quella prospettiva è tutto diverso!
Ti prendo per mano e ti porto al fiume, l’acqua fresca, che scorre sui sassi, trasparente. Le piccole rapide e i mulinelli che fanno quel rumore inconfondibile.
Ti prendo per mano e ti porto nella nostra casa di montagna, l’odore della legna, il ragù sul fuoco e quella finestra che sbatte… anche se ci veniamo poco qui su, ci vuole un attimo per sentirsi a casa.
Ti prendo per mano e ti porto per sentieri… quelli più ripidi e quelli più lievi. Sentieri che si uniscono e che si dividono, quelli aperti e quelli chiusi, quelli che, per trovare la strada, devi tornare indietro.
Ti prendo per mano e ti porto con me, tra aule e banchi a fare quello che ti è sempre piaciuto: stare con i bambini e far parte di quel viaggio bellissimo che è la vita: a volte in discesa, a volte in salita ma pur sempre un viaggio fantastico.
Ti prendo e ti porto nel cuore. La tua mano è rimasta lì, in quel caldo 2 agosto di tanti anni fa. Io non c’ero, ma non vuol dire che non possa portarti con me a fare il lavoro più bello del mondo.
IL MIO 2 AGOSTO COMINCIA CON….
…me che non c’ero, ma ci sono
…il senso di ingiustizia e incredulità
…Anna Maria che sceglie il treno perchè la macchina è rotta
…la voglia di dare voce a chi non c’è più
…tutte le volte che ho preso il treno per andare al lavoro e ho guardato quel orologio
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