A destino il 02 Agosto 2022 – 18:28

Valerio F.

Alle Isole Tremiti per Umberto Lugli (anni 38).
Valerio F.

TI PRENDO PER MANO E TI PORTO …

Un’alba sbirciata dal finestrino di un’automobile mi accompagna verso un mare lontano, 

a Bologna come a Carpi non c’è il mare, bisogna andare a cercarlo.

Accanto a me, l’ignavia di una bimba, occhi nuovi sul mondo nascente. 

Quel giorno non presi un treno. 

Perché quanti treni ho preso e perso, non potrei contarli 

e quante volte quei binari sono stati il luogo della partenza,

quell’atrio brulicante, il mio approdo sicuro 

nella nebbia o con il sole, la pioggia, il vento o la neve – com’era bella la neve sui binari guardati dal ponte. 

E quante persone ho visto, incontrato, conosciuto, lasciato e perduto, indaffarate in questo approdo, 

tutte con la fiducia di essere in un luogo di pace 

dove potesse transitare felice il loro viaggio, e il mio. 

Una voragine si è inghiottita il sogno, 

la radio gracchia attonita la cronaca della tua morte ancora senza soluzione. 

Tu non arrivasti a destino.

E allora metto un sasso nella valigia, cento conchiglie con dentro il mare e quei bottoni antichi di mia mamma, e parto. 

Ti prendo per mano e parto, 

e ti porto dove da solo non potrei mai andare,

il sogno dove tu saresti stato se non si fosse infranto nel fragore della bomba vigliacca. 

Oltre il mare cullante, verso gli scogli affiorati sotto il sole. 

Mano nella mano ti porto di nuovo dentro quel sogno

a cavallo di un’onda spumeggiante 

ad ascoltare assieme quello sciabordio incessante

che dice della vita che è ancora qui, anche con te che una tutta tua più non possiedi.

Perché io ti prendo per mano e ti porto per un misero istante nella mia, fino alla fine del mare, affinché non siano stati vani il mio vivere e il tuo morire.